Marte, silenzioso spettatore del Bellum perusinum

 di Simonetta Ercoli

Abstract: the sky has been a silent spectator of all human events and every people have entrusted their history in him since the night of time. Changes of the sky along millennia are not so marked that it can’t recognize the celestial bodies. They are the same but their position is different and for that the geometry of the sky appears more or less changed over years.

La Terra è avvolta da una sfera immaginaria (sfera celeste), che racchiude tutto il cielo visibile ad occhio nudo intorno a noi. L’espansione del piano dell’equatore terrestre all’infinito interseca questa sfera, definendo una circonferenza massima (equatore celeste), che divide il cielo in due emisferi: emisfero celeste nord ed emisfero celeste sud. Ogni osservatore, ruotando intorno a sé di 360 gradi, può rilevare una linea immaginaria, chiamata orizzonte visuale, che individua il confine disegnato dal profilo geomorfologico terrestre sul cielo. Esso rappresenta la linea di demarcazione di visibilità degli oggetti celesti, che risultano osservabili solo se si trovano al di sopra di essa. Durante il moto di rotazione intorno al proprio asse, la Terra espone progressivamente tutta la sua superficie alla luce solare nell’arco delle 24 ore, dando luogo alla distinzione del dì (periodo in cui il sole è sopra l’orizzonte dell’osservatore) e della notte (periodo in cui ne è al di sotto)(2) . Da Perugia, che si trova a 46°03’ di latitudine nord, la parte di cielo notturno che si osserva sopra l’orizzonte comprende tutto l’emisfero celeste nord e una piccola parte di quello sud. Durante il moto di rivoluzione del nostro pianeta intorno al Sole, l’allineamento tra questo e la Terra cambia e di conseguenza cambiano periodicamente le porzioni di cielo visibili durante la notte, che per tale motivo sono state classificate in base al periodo stagionale di osservabilità in: primaverili, estive, autunnali ed invernali. Una porzione particolare di cielo è rappresentata da quella prossima alla Stella polare nella costellazione dell’Orsa Minore, in quanto le stelle che vi si trovano (in numero maggiore o minore in base alla latitudine del luogo) non scendono mai sotto l’orizzonte e quindi sono sempre visibili per tutta la notte e tutte le notti dell’anno. Esse sembrano descrivere circonferenze più o meno ampie che hanno come centro la Stella polare, per questo motivo vengono dette circumpolari. Tale moto apparente è dovuto al fatto che verso questa stella punta attualmente l’asse terrestre, il quale, però, nell’arco di circa 25.700 anni subisce un lentissimo cambiamento di direzione in conseguenza dell’attrazione luni-solare(3) . Da circa 2000 anni la direzione indicata dal prolungamento dell’asse è molto vicina alla Stella Polare e lo sarà ancora per centinaia di anni, ma non era così al tempo dell’epoca egizia, quando puntava verso un’altra stella, Tuban, nella costellazione del Drago e non era così neppure al tempo del Bellum perusinum(4) .

Il cielo notturno, che accompagnò il Bellum perusinum nell’inverno tra i 41 e il 40 a. C., era un tipico cielo invernale dell’emisfero celeste nord non molto diverso da quello attuale(5) . Presentava, però, alcune differenze, dovute al fatto che il prolungamento dell’asse di rotazione terrestre puntava verso una regione del cielo, dove non si trovava alcuna stella di riferimento, come accade invece per noi oggi grazie alla Stella Polare. Essa è l’unica stella del cielo notturno che rimane fissa nella sua posizione durante il moto di rotazione della Terra, mentre tutte le altre stelle compiono un moto apparente, diverso a seconda se si osserva verso nord oppure verso sud. Guardando verso il punto cardinale nord, si vedono stelle che restano sempre sopra l’orizzonte nell’arco della notte e di tutte le notti dell’anno e sembrano descrivere delle circonferenze più o meno ampie intorno alla Stella Polare (stelle circumpolari), in base alla loro distanza da essa. Guardando invece verso sud le stelle percorrono archi più o meno grandi sopra l’orizzonte, spostandosi da est verso ovest (stelle occidue)e transitano nel punto più alto sopra il sud (culminazione).

Al tempo del Bellum perusinum le stelle circumpolari ruotavano intorno ad un fondo cieco del cielo ed anche la Stella Polare partecipava a questo movimento. Le stelle occidue, invece, non avevano un moto diverso da quello attuale, ma era anticipato il tempo della loro levata a causa di uno dei moti millenari della Terra (precessione luni-solare). Comunque, nel corso dei mesi in cui il bellum si sviluppò, era lentamente cambiato il cielo verso sud, perché la terra aveva percorso un tratto della sua orbita intorno al sole e quindi il suo allineamento con esso si era modificato. Questo aveva comportato come conseguenza che le stelle occidue, osservabili nella posizione più favorevole, cioè in culminazione, non fossero più le stesse dell’inizio del conflitto. Silenzioso spettatore del conflitto anche il pianeta rosso, Marte, in culminazione sul meridiano il 24 febbraio del 40 a.C. con un’altezza di 72° sopra l’orizzonte(6) .

Note

1: Archeologia, storia e paesaggio. Atti I Convegno Nazionale Gruppi Archeologici di Umbria – Marche
2: Tano Cavattoni, Il cielo sopra di noi, Ferrara 2009, pp. A/25-A/29.
3: Tano Cavattoni, Il cielo sopra di noi, Ferrara 2009, pp. A/96-A/97.
4: Rita Cavallone Peretti, Scienze della Terra, Firenze 1989, p.46.
5: Stellarium 0.11.0, Mappe del cielo, 2011.
6: Stellarium 0.11.0, Mappe del cielo.